Forza muscolare e fitness cardiopolmonare: due armi strategiche nella prevenzione oncologica
Introduzione
Tra le strategie complementari a supporto della terapia medica tradizionale, l’attività fisica sta acquisendo un ruolo sempre più centrale, non solo nel miglioramento della qualità della vita ma anche nella sopravvivenza dei pazienti. Un recente studio pubblicato sul British Journal of Sports Medicine offre nuove e solide evidenze: la forza muscolare e la capacità cardiorespiratoria (CRF) sono fortemente associate a una minore mortalità nei pazienti oncologici. Nel contesto clinico contemporaneo, l’approccio alla malattia oncologica si fa sempre più multidisciplinare.

Lo studio
La revisione ha analizzato 42 studi per un totale di oltre 46.000 pazienti affetti da vari tipi di cancro. Lo scopo era determinare se livelli elevati di forza muscolare e/o CRF (è l’acronimo di Cardiorespiratory Fitness e indica la capacità del sistema cardiocircolatorio e respiratorio di fornire ossigeno ai muscoli durante l’attività fisica), valutati dopo la diagnosi oncologica, fossero predittori affidabili di sopravvivenza.
I risultati parlano chiaro: i pazienti con livelli più alti di questi indicatori di fitness presentano una riduzione del rischio di mortalità per qualsiasi causa che varia dal 31% al 46%. In altre parole, essere più forti e più allenati può letteralmente salvare la vita.
Forza muscolare nella stretta della mano: un indicatore semplice ma potente
Il parametro più utilizzato per valutare la forza muscolare è la presa di mano (handgrip strength), un test rapido e non invasivo che si sta diffondendo sempre più anche nei centri fisioterapici. Lo studio ha dimostrato che un incremento di 5 kg nella forza muscolare è associato a una riduzione del rischio di mortalità dell’11%. Tale correlazione si fa ancora più evidente nei pazienti in fase avanzata di malattia (stadi 3–4), dove il rischio si riduce fino al 46%.
In pazienti con tumori del polmone o dell’apparato digerente, la forza muscolare elevata è stata correlata rispettivamente con una riduzione della mortalità del 19% e del 41%.
Capacità cardiorespiratoria: il cuore del benessere oncologico
La CRF è comunemente valutata attraverso test massimali come il test da sforzo con consumo di ossigeno (VO2max) o submassimali come il test dei 6 minuti di cammino.
Anche in questo caso, i pazienti con livelli elevati di CRF hanno mostrato una riduzione significativa della mortalità (fino al 46%).
Nel sottogruppo di pazienti con tumore polmonare, una delle neoplasie più aggressive, la CRF elevata ha avuto un effetto protettivo evidente, riducendo la mortalità fino al 31%.
Perché questi dati sono rilevanti per la fisioterapia
La fisioterapia non si limita alla riabilitazione muscolo-scheletrica: oggi il fisioterapista è parte integrante dell’equipe multidisciplinare oncologica. La valutazione della forza muscolare e della CRF può fornire indicazioni preziose sullo stato generale del paziente e sulle sue probabilità di superare il decorso della malattia.
Inoltre, programmi di esercizio personalizzati e progressivi – adattati alle condizioni cliniche del paziente – possono essere implementati per migliorare questi due parametri chiave. È importante sottolineare che tali interventi sono sicuri e senza rischi.
Come agisce l’attività fisica?
L’esercizio fisico agisce su molteplici livelli: migliora la circolazione, riduce l’infiammazione sistemica, contrasta la perdita di massa muscolare (sarcopenia) e migliora l’efficienza metabolica. Inoltre, ha un impatto positivo sul tono dell’umore e sulla percezione del dolore, aspetti tutt’altro che secondari.
Un invito alla prevenzione attiva
Anche se lo studio ha esaminato pazienti già diagnosticati, i risultati sono un ulteriore incentivo a promuovere stili di vita attivi nella popolazione generale. L’educazione al movimento dovrebbe iniziare molto prima della diagnosi, e continuare lungo tutto il percorso terapeutico.

Conclusione
I risultati di questa ricerca rafforzano un messaggio fondamentale: mantenere o migliorare la forza muscolare e la capacità cardiorespiratoria può prevenire le insorgenze tumorali e significativamente aumentare le probabilità di sopravvivenza nei pazienti oncologici.
Valutazioni funzionali mirate e programmi di esercizio personalizzati dovrebbero diventare una componente stabile del percorso di cura, al fianco della terapia farmacologica e chirurgica.
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